Bussola / Europa dà vita alla task force «Elettricità»

Bussola / Europa si presenta con l’intenzione di essere un partner competente in materia di relazioni Svizzera-Europa che, potendo contare su un vasto sostegno, risulta credibile e fornisce un contributo determinante alla formazione delle opinioni. Bussola / Europa non vuole solo dire No all’accordo quadro nella sua versione attuale, ma mostrare che ci sono delle strade diverse, quali opzioni sono disponibili in alternativa all’accordo istituzionale e quali caratteristiche dovrebbero avere. Per raggiungere questo obiettivo, Bussola / Europa crea delle task force volte a contribuire attivamente alla formazione delle opinioni e all’individuazione di soluzioni riguardanti le relazioni Svizzera-Europa, e questo in alternativa ai meccanismi dannosi dell’attuale accordo quadro. L’obiettivo delle task force è mettere insieme un know-how specifico e un bagaglio di esperienze per realizzare delle piattaforme che consentano di elaborare soluzioni settoriali volte a creare dei rapporti (commerciali) buoni e costruttivi tra la Svizzera e l’Unione europea (ma non solo). Bussola / Europa è molto lieta di poter presentare la task force «Elettricità» come primo gruppo di lavoro. La task force «Elettricità» partirà con i lavori a inizio febbraio 2021 e sarà guidata da Hans E. Schweickardt (Vice Chairman of the Supervisory Board Polenergia SA ed ex PCA di Alpiq). Oltre che da diversi esperti, la task force sarà composta, tra gli altri, da Kurt Bobst (ex CEO di Repower), Roberto Lombardini (ex PCA di Axpo) ed Esther Peiner (esperta di energie rinnovabili e nuove tecnologie). Le prime soluzioni concrete e le relative raccomandazioni su come agire per consentire alla Svizzera di accedere al meglio al mercato europeo dell’elettricità e di garantirsi a lungo termine la sicurezza dell’approvvigionamento di elettricità sono attese per la primavera 2021.
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Consiglio di lettura: «Wer hat Angst vor Tell?» di Oliver Zimmer

Il nostro consiglio di lettura: «Wer hat Angst vor Tell?» di Oliver Zimmer Con il suo ultimo libro,«Wer hat Angst vor Tell?» (Chi ha paura di Tell?), lo storico svizzero-britannico e docente dell’università di Oxford offre un importante contributo all’attuale discussione sulla politica europea in Svizzera. Zimmer ha concepito il suo libro come spunto per riflettere in maniera consapevole sulla Svizzera in quanto repubblica facendo luce sul rapporto tra democrazia, liberalismo e libertà personale. Secondo una delle tesi centrali sostenute da Oliver Zimmer, la maggior parte delle persone considera una partecipazione il più possibile ampia e democratica come base della propria libertà personale. Questo modello è stato a lungo il faro del liberalismo di matrice democratico-repubblicana in Svizzera e si basa su un contratto sociale che prevede la delega dal basso verso l’alto della legittimazione di scegliere e di governare. Mentre i liberali più d’élite consideravano provinciale questo contratto sociale, percependolo come un freno al progresso, per Oliver Zimmer questo liberalismo si rivela avveniristico, perché non perde mai di vista la libertà e prosperità dei più. Lo storico critica in particolare le correnti all’interno del liberalismo che considerano il sovranazionalismo privo di alternative ed equivalente al progresso. Zimmer è invece favorevole a un liberalismo repubblicano che metta al primo posto la libertà personale e la partecipazione democratica. C’è quindi poco da stupirsi se Oliver Zimmer sia critico nei confronti di un’organizzazione sovranazionale come l’UE, nella quale la libertà economica è stata fin dall’inizio più importante di quella politica. Mentre il Parlamento europeo continua ad avere poco da dire, al suo posto, oltre al Consiglio europeo, anche le varie corti hanno esteso costantemente la propria autorità. In particolar modo, la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, costituita nel 1959, svolge a tutti gli effetti un’attività politica in tutti i settori del diritto attraverso la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che ne è l’estensione. Secondo Zimmer, la Corte è l’emblema della sfiducia delle istituzioni nei confronti della partecipazione democratica e svolge un’attività politica a livello economico, occupazionale, sociale e migratorio andando ben oltre la tutela delle libertà. In questo modo, la Corte interferisce con le prerogative sovrane dei parlamenti degli Stati europei. Alla luce del dibattito attuale, Zimmer giunge alla conclusione che la Svizzera debba pagare un prezzo troppo alto per l’accordo quadro. Chi sostiene che il trattato sia un buon compromesso ha perso la propria «bussola in fatto di politica democratica»: secondo Zimmer, per l’UE, che con le sue corti usa il diritto come strumento per fare politica, la democrazia diretta sulla base del modello svizzero non rappresenta altro che un fattore di disturbo antisistema.   Oliver Zimmer. Wer hat Angst vor Tell? Unzeitgemässes zur Demokratie. Lingua: tedesco. Echtzeit-Verlag, Basilea 2020. 181 pagine.  
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